
Nelle organizzazioni complesse, l’assenza di una visione condivisa sulle soluzioni digitali attive può portare a ridondanze, iniziative sovrapposte e scarsa coerenza tra i sistemi. La conseguenza è un aumento della complessità e una minore efficienza nella gestione dell’ecosistema IT.
Il catalogo può diventare lo strumento per governare questa complessità: rende accessibile, tracciabile e riutilizzabile ciò che è già stato progettato. Basti pensare ai cataloghi dei servizi IT, utilizzati per semplificare le richieste, standardizzare le risposte e migliorare la qualità del supporto interno, già presenti nella metodologia ITIL.
Questa logica è oggi più che mai centrale anche in un contesto di architettura componibile. Un catalogo ben strutturato non è solo un elenco di moduli: è una mappa, una guida operativa e strategica. Consente di costruire, attivare e governare soluzioni in modo coerente e progressivo.
Perché serve un catalogo anche dei componenti applicativi nei sistemi IT
In un ecosistema IT articolato, un catalogo rappresenta un punto di riferimento centrale e condiviso. Definisce in modo chiaro cosa è disponibile, con quali caratteristiche e secondo quali regole.
Permette di:
- facilitare la scoperta e la condivisione tra team, evitando duplicazioni;
- semplificare la comunicazione tra aree aziendali;
- migliorare la coerenza tra le soluzioni implementate;
- ridurre i costi di manutenzione e sviluppo.
Cataloghi di servizi, API e dati: un modello strategico per l’organizzazione
Il modello del catalogo ha dimostrato di essere uno strumento strategico per migliorare la governance dei sistemi IT e l’efficienza operativa delle organizzazioni.
In ambiti diversi — dai servizi IT, alle API, fino alla gestione dei dati — l’adozione di una struttura catalogata ha portato maggiore trasparenza, coerenza e capacità di riutilizzo.
Nel contesto IT, i cataloghi dei servizi – come evidenziato da Atlassian – promuovono la trasparenza dell’offerta interna, riducono gli errori operativi e contribuiscono a un’esperienza utente più coerente.
Nel mondo delle API, un catalogo consente di gestire l’esposizione dei servizi in modo ordinato, favorendo lo sviluppo applicativo e garantendo integrazioni più rapide e affidabili.
Infine, i cataloghi di dati offrono alle aziende una mappa strutturata delle informazioni disponibili, facilitando l’accesso e la valorizzazione del patrimonio informativo esistente.
Al di là delle specificità, ciò che accomuna questi modelli è il valore aggiunto che portano in termini di governance e scalabilità: rendere visibili e accessibili le risorse digitali significa creare le condizioni per un’evoluzione più consapevole, collaborativa e sostenibile.
La nostra interpretazione: il catalogo nella piattaforma ESI-PBC
Nel nostro approccio all’architettura componibile, il concetto di catalogo è un elemento cardine.
La piattaforma ESI-PBC che Peer Network rende disponibili ai clienti, include due sezioni principali:
- Catalogo PBC: raccoglie oltre 100 blocchi funzionali già pronti, documentati e testati, suddivisi in quattro categorie principali (Strutture organizzative, Master Data, Processi, Cross). Ogni PBC rappresenta un componente chiave del sistema informativo, come clienti, ordini, materiali, magazzini, documenti…;
- Catalogo SBS: contiene le Smart Business Solutions, soluzioni applicative modulari costruite a partire dalle PBC, progettate per rispondere a esigenze operative specifiche. Ogni SBS è completamente trasparente: ne sono visibili i moduli che la compongono, le funzionalità disponibili e i dati di utilizzo.
Un servizio questo, che sgrava il reparto IT da doverlo alimentare manualmente.
Conclusione
Nel composable, come in altri ambiti IT, la visibilità non è un dettaglio tecnico: è il presupposto per una trasformazione reale, progressiva e misurabile.
Grazie al catalogo PBC e SBS, la piattaforma ESI-PBC diventa il motore di un’evoluzione aziendale più semplice, modulare e strategicamente guidata. Costruisci solo ciò che serve, sapendo sempre dove sei e dove vuoi arrivare.