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Ago 1, 2025

Esperienza di stage in Peer Network: il racconto di Simone e Nicolò

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le esperienze pratiche rappresentano un elemento chiave per la crescita dei giovani in formazione. Abbiamo intervistato Simone e Nicolò, due studenti del Tecnico Industriale Statale “Nullo Baldini” che lo scorso luglio hanno svolto uno stage di un mese nella nostra azienda.

Durante il loro percorso, hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica le competenze apprese a scuola, scoprire nuove tecnologie e immergersi in un ambiente lavorativo che hanno definito “stimolante e collaborativo”. In questa intervista raccontano le aspettative iniziali, le sfide affrontate, i progetti a cui hanno partecipato e come questa esperienza abbia influenzato il loro orientamento professionale e personale.

Esperienze come questa creano un confronto diretto tra formazione e realtà aziendale, offrendo ai giovani competenze concrete e alle aziende la possibilità di contribuire allo sviluppo delle nuove generazioni.

Come descriveresti la tua esperienza di stage in Peer Network? Avevi aspettative particolari?

Simone: Avevo sicuramente aspettative abbastanza alte, perché me le ero create già a febbraio, quando avevo svolto l’alternanza scuola-lavoro proprio qui, in Peer Network.
Posso dire che sono state pienamente soddisfatte: mi sono trovato bene, in continuità con quanto avevo già vissuto.
È stato un percorso davvero positivo.
Anche confrontandomi con i racconti di altri compagni, che sono stati inseriti in aziende dove sono stati lasciati un po’ a sé stessi, ho capito che qui è stato diverso.
Non è scontato ricevere supporto non solo dal tutor, ma anche da altri colleghi: questo ha fatto davvero la differenza.

 

Nicolò: Penso che, alla fine, sia stata un’esperienza migliore rispetto all’alternanza scuola-lavoro, anche perché inizialmente non conoscevamo bene la realtà aziendale, ma con più tempo a disposizione ci siamo orientati meglio. Nel complesso, quindi, è stata un’esperienza molto positiva.

Secondo me, l’ambiente in azienda è ottimo: in generale ci si sente un po’ a casa, anche se siamo arrivati da perfetti sconosciuti.

E il fatto che ci abbiate dato l’opportunità di svolgere attività concrete fin da subito è stato per noi anche un segno di fiducia.

 

Quali competenze specifiche hai acquisito durante il tuo stage?

Simone: Sono riuscito a rispettare le scadenze, come per esempio completare una pagina web entro i tempi stabiliti. Ho capito anche che lavorare con i colleghi è molto diverso dall’ambiente scolastico: bisogna considerare le loro esigenze e i loro ritmi.

Durante lo stage ho imparato a lavorare in modo più autonomo, trovando soluzioni con le risorse a disposizione, e ho fatto esperienza nel collaborare in coppia, cosa che a scuola non avevo mai fatto.  Dal punto di vista tecnico, ho acquisito competenze nel front-end, soprattutto usando Vue 2, e ho preso dimestichezza con il modo di scrivere i componenti.

Nicolò: Confermo quanto detto da Simone. Inoltre, ho scoperto quanto sia utile Docker: usare i container per far funzionare gli script mi ha dato anche spunti per sperimentare progetti personali a casa. È stata una parte molto interessante perché mi ha spinto a esplorare Docker anche al di fuori dello stage.

 

Qual è stato il progetto o il compito più interessante su cui hai lavorato e perché?

Simone: Durante lo stage abbiamo toccato un po’ di tutto, ed è stato proprio questo a rendere l’esperienza interessante. In particolare, mi ha colpito un’attività in cui si intrecciavano diversi aspetti: configurare una VPN, gestire alcuni strumenti e mettere insieme più competenze. Però la parte che ho trovato più divertente è stata sicuramente la programmazione front-end: mi è sembrata più immediata e piacevole da affrontare.

Nicolò: Anche per me la programmazione front-end è stata la parte più stimolante, perché l’ho trovata più intuitiva e diretta. In particolare, ho lavorato al progetto PN PAM, uno strumento sviluppato internamente da Peer Network per automatizzare la gestione delle attività e la fatturazione dei progetti. È stato interessante perché ho visto come un’applicazione può semplificare davvero il lavoro quotidiano, integrando strumenti come Jira e riducendo i passaggi manuali.

 

Hai trovato difficoltà particolari durante lo stage? Se sì, come le hai affrontate?

Simone: All’inizio è stato un po’ complicato, soprattutto perché non conoscevo ancora bene i sistemi e le convenzioni utilizzate in azienda.

Con il tempo però ti abitui: osservi, provi, ripeti… e tutto diventa più semplice. Secondo me, serve almeno un mese per ambientarsi davvero e per iniziare a capire come stimare il tempo necessario per svolgere un’attività.

Nicolò: Per me la difficoltà principale era un po’ inaspettata: facevo fatica a prendermi delle pause.

Mi capitava di concentrarmi così tanto che restavo al computer per ore senza staccare. Poi ho iniziato a usare il timer sull’orologio: ogni due ore mi ricordavo di alzarmi e fare una pausa. Mi immergevo talmente tanto nel lavoro che perdevo la cognizione del tempo.

 

Come descriveresti l’ambiente di lavoro in Peer Network? Ti sei sentito supportato dal tuo tutor o altri membri del team di PN?

Simone: Qui l’ambiente è davvero amichevole: non solo si è gentili con noi stagisti, ma anche tra tutti i colleghi e le colleghe c’è un bel rapporto di amicizia e collaborazione.
Si percepisce che sono tutti molto uniti, come se fossero amici da tanto tempo.
Un esempio? A pranzo hanno persino portato la Nintendo Switch per giocare insieme!

Nicolò: Confermo quanto detto da Simone. Lo stesso clima amichevole lo avevamo percepito anche durante lo stage breve che abbiamo svolto qui a febbraio.

 

Pensi che questa esperienza influenzerà il tuo percorso professionale futuro? Se sì, in che modo?

Simone: Sì, sicuramente. Avere uno stage di un mese da mettere nel curriculum è importante, perché posso spiegare cosa ho fatto concretamente.

Durante lo stage ho lavorato su cose che a scuola si fanno poco, come approfondire framework JavaScript, sono competenze che penso mi resteranno utili.

Oltre a imparare tecnicamente, questa esperienza mi ha aiutato a capire se questo tipo di lavoro fa davvero per me. Il lavoro d’ufficio richiede abitudine, e anche la parte di scrivere “codice puro” ti deve piacere.

Inoltre, mi ha dato una mano a orientarmi meglio per la scelta dell’università, sto valutando se scegliere ingegneria informatica o informatica per il management.

 

Nicolò: Alcune cose che ho visto qui le conoscevo già un po’, visto che programmo da qualche anno e sono già dentro a questo mondo.

Però credo che le competenze acquisite durante lo stage mi abbiano aiutato ad ampliare il mio bagaglio professionale: ho imparato meglio le convenzioni per scrivere codice e ho visto strutture dati diverse da quelle che si usano a scuola, dove si fanno sempre gli stessi esempi.

Adesso sono un po’ indeciso sul percorso da seguire: stavo pensando a ingegneria informatica, ma sto rivalutando, anche perché ho alcune idee che potrebbero avere un futuro.

Sono in una fase di cambiamento, sto cercando la strada giusta da prendere.

In ogni caso, se dovessi scegliere l’università, sarà soprattutto per imparare cose nuove, non tanto per ottenere una qualifica professionale.

 

Consiglieresti questo stage ai tuoi compagni di classe? Perché?

Simone: Dipende molto dalla persona, se ha voglia di metterti in gioco e di fare sul serio, allora assolutamente sì. Conoscendo un po’ la mia classe, però, penso che molti non sarebbero pronti a impegnarsi davvero. Qui si impara molto grazie al lavoro pratico e alle attività quotidiane — ed è proprio questo che rende l’esperienza interessante — quindi non ci sono momenti di inattività o noia.

Personalmente, ho preferito imparare facendo, mettendomi attivamente al lavoro. Se invece qualcuno non ha voglia di mettersi in gioco, non lo consiglierei.

Nicolò: Concordo con Simone, lo consiglierei solo a chi è veramente interessato.

So che per alcuni informatica può sembrare un lavoro sempre uguale, e per questo molti potrebbero non essere motivati.

Però per chi ha interesse e voglia, questo stage sarebbe sicuramente utile.

 

C’è qualche risultato/progetto specifico che hai ottenuto durante il tuo stage di cui sei particolarmente orgoglioso? Puoi condividerne i dettagli con noi?

Simone: Direi che il progetto di cui sono più orgoglioso è il penultimo che abbiamo fatto, che consiste nel rifacimento grafico e funzionale di un menu core del portale Liferay.

In particolare, sono soddisfatto dell’interfaccia grafica che sono riuscito a integrare: è un risultato piuttosto carino, anche se il progetto non è ancora del tutto completo.

Quello che mi ha reso più felice è sapere che Michele, il PM che ci ha affidato il compito, è soddisfatto del lavoro svolto. Avere avuto la responsabilità di prendere parte ad un progetto di questo tipo è stata un’esperienza molto stimolante.

Inoltre, sapere che una volta terminata sarà effettivamente implementata rende il nostro impegno ancora più significativo.

 

Nicolò: Abbiamo lavorato sugli stessi progetti, quindi anch’io mi sento orgoglioso di ciò di cui ha parlato Simone. In aggiunta, vorrei sottolineare che anche il lavoro sulle VPN standardizzate è stato molto importante e stimolante.

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